Il Parco Nazionale del Cilento
Natura & cultura
Volgendo le spalle al mare il territorio offre percorsi naturalistici, sentieri e incontri densi di storia e di cultura: il borgo fantasma di San Severino dominante la Gola dell’Inferno del Mingardo, i massicci del Bulgheria e del Monte Stella con panorami mozzafiato e possibilità di trekking a tutti i livelli, gli scavi di Velia – Elea, patria dei filosofi Parmenide e Zenone, la necropoli della Città di Leo a Roccagloriosa ricca di ritrovamenti preziosi, l’Oasi naturalistica di Morigerati, il maestoso Capo Palinuro, i paesi medievali arroccati sulle colline con le case cubiche costruite sui grandi basamenti ad archi dagli intonaci rosa bordati di chiaro o di grigio, Padula con la sua magnifica Certosa, le grotte di Pertosa, affascinante scenario per eventi culturali di grande risonanza, il Monte Sacro di Novi Velia.
Il Parco è veramente uno scrigno, tutto da esplorare, così ricco in biodiversità, dove il ritmo di vita è ancora in sintonia con la natura e la tradizione enogastronomica ha dato origine alla “Dieta mediterranea”.
Il Comitato Consultivo sulle Riserve della Biosfera del Programma MAB (Man and Biosphere) dell’UNESCO, nella riunione tenutasi a Parigi tra il 9 ed il 10 giugno del 1997, ha inserito all’unanimità nella prestigiosa rete delle Riserve della Biosfera il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta come patrimonioculturale immateriale dell’umanità.
L’enogastronomia
La terra cilentana offre una grande varietà di prodotti che trasformati dalla semplicità e leggerezza delle preparazioni della cucina locale, diventano altrettante tappe di percorsi di gusto e di ricerca enogastronomica dei piatti che costituiscono l’ormai famosa dieta mediterranea.
Dagli uliveti collinari si ricava l’olio extravergine d’oliva Cilento DOP, dal colore giallo paglierino e dal sentore leggermente fruttato, condimento ideale per piatti di una certa consistenza, tipici dell’area di origine, come grigliate di pesce, insalate selvatiche, verdure bollite, legumi e primi piatti in genere.
I “fagioli al tozzetto”, ossia sulla fresella di pane rustico condito solo con un filo di olio extravergine di oliva locale regalano un gusto particolare se preparati con Il fagiolo bianco di Controne, piccolo, rotondo ed altamente digeribile.
Il fico bianco del Cilento prodotto soprattutto nella zona di Agropoli si presta a numerose interpretazioni, dalle dolci marmellate, alla delizia dei fichi secchi ripieni di noci, mandorle e scorzette di limone o arancia, ai fichi ricoperti di cioccolato.
Dalla terra al mare… le alici di Menaica, presidio Slow Food, vengono pescate da una decina di pescatori solo a Pisciotta attraverso una tecnica tradizionale che sopravvive solo in pochissimi luoghi costieri d’Italia mentre negli approdi della costa numerose sono le imbarcazioni che, a sera, offrono direttamente il pescato locale.
Presidi Slow Food sono la soppressata di Gioi e il marrone di Roccadaspide IGP mentre da provare sono il cacioricotta di capra, il caciocavallo podolico e la mozzarella “co’ a mortedda”, prodotto tradizionale del basso Cilento, così chiamato per l’antico uso di conservare la mozzarella tra i rametti di mirto (in dialetto “mortedda”), donandole un sapore unico, dalle note erbacee e dal lontano aroma di cedro e limone.
Un calice di vino DOC Castel San Lorenzo o DOC Cilento, accompagnano tutti sapori ed i profumi di questa terra aspra, selvaggia ma generosa dove ogni frutto, ogni prodotto è una conquista.